El Cid Campeador

Rodrigo Dìaz conte di Bivar (o di Vivar) (Vivar del Cid, 1043/Valencia, 10 luglio 1099) è stato un condottiero
 spagnolo, meglio conosciuto come El Cid Campeador (dall'arabo volgare sayyid, " signore"; Campeador invece
 è la forma spagnola del cognome latino Campi Doctor che significa "campione", vincitore nel combattimento giudiziario
 o duello). Rodrigo fu un nobile castigliano, un guerriero e una figura leggendaria della Reconquista spagnola. 
Fu signore di Valencia dal 1094 fino all'anno della sua morte.
Ritratto di El Cid Campeador

Biografia

Rodrigo Dìaz era di nobili origini; suo padre Diego Laìnez  era il diretto discendente di Laìn Nùnez, 
stimato alla corte del re di Castiglia, Ferdinando I e sua madre, Teresa Rodrìguez, era la figlia di Rodrigo Àlvarez, primo conte di Asturia e suo governatore.
Rimasto orfano di padre nel 1058, Rodrigo crebbe nella corte del re Fernando I di Castiglia insieme al principe Sancho, futuro re come Sancho II di Castiglia.
Rodrigo venne investito cavaliere intorno al 1060, nella chiesa di Santiago de los Caballeros, a Zamora da Dona Urraca, futura signora di Zamora.
Nel 1063, si recò con Sancho a Saragozza e partecipò, contro lo zio di questi, Ramiro I di Aragona, alla difesa della taifa
 di Saragozza dell'emiro, al-Muqtadir, alleato di Ferdinando I. In seguito partecipò 
alla battaglia per la conquista del paese di Graus in cui Ramiro, l'8 maggio, morì.
In quell'occasione, El Cid ottenne il titolo di Campeador quando, per risolvere una disputa sull'attribuzione di alcuni
 castelli di frontiera, Rodrigo vinse il duello con Jimeno Garcès, alfiere del re d'Aragona, Ramiro I.
Tra gli anni 1063 e 1072 fu il braccio destro di don Sancho e combattè con lui in numerose battaglie. 
Nel 1066, venne nominato Alfiere Reale (colui che portava lo stendardo del re in tutte 
le manifestazioni pubbliche) dopo che Sancho era salito al trono della Castiglia nel 1065.
Come capo delle truppe reali, il Cid accompagnò il suo re nella guerra che combattè contro il regno di Navarra, detta
 guerra dei tre Sanchi (Sancho II contro il re di Navarra, Sancho IV ed il suo alleato il re d'Aragona, il successore di
 Ramiro I, Sancho I) che terminò, nel 1068 con la parziale riconquista dei territori castigliani ceduti da Ferdinando I
 al fratello Garcia III Sanchez di Navarra.
Fu poi al fianco del re nella guerra che combattè contro il fratello Alfonso VI, re di Leòn e Garcìa, re di Galizia. 
La guerra fratricida era scoppiata a causa della divisione dell'eredità del padre Ferdinando. Dopo che Alfonso venne
 sconfitto nella battaglia di Llantada, sul fiume Pisuerga (19 luglio 1068), Sancho e Alfonso raggiunsero un accordo per
 combattere Garcia, lo attaccarono e lo privarono del suo regno obbligandolo ad andare in esilio a Siviglia, presso il
 suo tributario abbadide Muhammad al-Mu'tamid, emiro di Siviglia; ripresa la lotta con Alfonso, nella battaglia di
 Golpejera, vicino a Carriòn de los Condes (1072), lo
 sconfissero, lo catturarono ed lo imprigionarono a Burgos, da dove però fuggì e riparò, in esilio, nel regno moro di Toledo,
 suo tributario. Sancho II occupò allora il Leòn, riunendo così nuovamente il regno che era stato di suo padre.
I nobili del Leòn non accettarono il fatto compiuto e si strinsero attorno alle sorelle del re, soprattutto a Dona
 Urraca, che si fortificò nella sua signoria, la città di Zamora. Sancho II dapprima espugnò la
 signoria di Toro, della sorella Elvira e poi pose l'assedio a Zamora il 4 marzo del 1072; durante l'assedio, pare che un 
nobile di Leòn, lo zamorano Bellido Dolfos, forse amante di Urraca, fingendosi disertore, lo invitò a seguirlo 
per fargli vedere il punto debole delle mura, lo separò quindi dalla sua guardia e lo assassinò, il 6 ottobre
 del 1072. Dopo la morte di Sancho II, il Cid ed i castigliani continuarono l'assedio di Zamora; Alfonso VI era tornato a 
Leòn e, dato che il fratello non aveva lasciato eredi, si prodigò per garantire che, se riconosciuto re di 
Castiglia, avrebbe trattato i nobili castigliani alla stregua dei nobili leonesi; ma il sospetto che Urraca e Alfonso 
fossero complici nell'assassinio di Sancho serpeggiava in buona parte della nobiltà castigliana.
I maggiorenti castigliani, tra cui il Cid Campeador, dopo aver tolto l'assedio a Zamora pretesero che Alfonso VI giurasse la
 sua innocenza in pubblico, sul sagrato della chiesa di Santa Gadea (dedicata a Sant'Agata) di Burgos, e riconobbero come re
 di Castiglia Alfonso VI, che divenne in tal modo il sovrano di Leòn e Castiglia.
Con il nuovo re, l'incarico di Alfiere Reale passò a Garcìa Ordònez, conte di Nàjera. Per alcuni anni il Cid fu tenuto in
 gran conto alla corte di Alfonso, che nel luglio del 1074 gli concesse la mano di sua cugina, dona Jimena, figlia del conte
 di Oviedo e delle Asturie Diego Fernàndez e della contessa Cristina Fernàndez.
Nel 1079, il Cid venne incaricato dal re di riscuotere le parias (tributi) dal re di Siviglia, al-Mu'tamid b. 'Abbad,
 che allora era in guerra col re del Regno di Granada alleato di Garcìa Ordònez. Rodrigo si schierò con al-Mu'tamid, alleato
 del re Alfonso e riuscì, nella battaglia di Cabra, a battere il re di Granada e a catturare Ordònez. Il Cid venne poi
 coinvolto in un fatto d'armi contro il re di Toledo, alleato del regno del Leòn; tornato a corte, fu messo in cattiva luce
 agli occhi del re Alfonso da Garcìa Ordònez e da Pedro Ansùrez, potenti nobili della corte di Leòn, che convinsero il re a punirlo con l'esilio (1081).
Accompagnato dai suoi fedeli, il Cid Campeador offrì i suoi servigi ai conti di Barcellona, nella persona di Ramòn Berenguer II. 
Di fronte al loro rifiuto si rivolse al signore musulmano di Saragozza, al-Muqtadir, che era tributario del regno di Castiglia ed entrò alla sua corte. 
Alla morte di al-Muqtadir, il Cid rimase alla corte di suo figlio, al-Mu'tamin, che aveva ereditato la parte occidentale del regno,
 comprendente Saragozza, Tudela, Huesca e Calatayud.
Nella battaglia di Almenar sconfisse Ramòn Berenguer II (1082) e vicino a Morella, nel 1084, sconfisse anche il re d'Aragona Sancho Ramìrez e al-Mundir,
 fratello di al-Mu'tamin che dal padre aveva ereditato la parte orientale del regno di Saragozza ed era quindi sovrano di Lèrida, Tortosa e Denia.
L'invasione degli Almoravidi e la conseguente sconfitta di Alfonso nella Battaglia di al-Zallaqa (1086) e forse anche la morte di al-Mu'tamin (1085)
 fecero sì che il re si riavvicinasse al suo vassallo, il quale fu incaricato di difendere la zona levantina. 
Tra il 1087 e il 1089 il Cid rese tributari i regni musulmani di Taifa di Albarracín e di Alpuente e impedì che la città di Valencia,
 governata dal re Yahya al-Qadir, alleato dei castigliani, cadesse nelle mani di al-Mundir e del conte di Barcellona Ramòn Berenguer II.
 Nel 1089 offrì uno spunto ai suoi nemici a corte per essere arrivato in ritardo con le sue truppe nella difesa del castello Aledo,
 in Murcia e nel 1090, si scontrò di nuovo con Alfonso che lo condannò all'esilio per la seconda volta, senza concedergli un regolare processo,
 dopo avergli confiscato tutti i beni e imprigionato moglie e figlie. Il Cid le liberò, 
partì e tornò al servizio del re di Saragozza, al-Musta'in II,succeduto ad al-Mu'tamin.
Sconfisse nuovamente il re di Lerida, facendo prigioniero il suo alleato il conte di Barcellona, Ramòn Berenguer II nella Tèvar,
 vicino Murcia (1090), rimettendolo subito in libertà. Da questo episodio nacque un'amicizia sincera che portò, nel 1103,
 al matrimonio tra il nipote del conte, Raimondo Berengario III e la figlia di Rodrigo, Maria. 
Il conte inoltre concesse al Cid il protettorato di tutte le province musulmane a sudovest della Catalogna, praticamente i regni di Saragozza e Lerida,
 che continuarono ad esistere solo formalmente.
Nel frattempo Yahya al-Qadir, re di Valencia, per volere di Alfonso VI, dopo la partenza dei soldati castigliani, 
si era alleato al re di Saragozza, per cui il Cid si recò immediatamente a Valencia, 
con truppe miste, cristiane e musulmane, divenendo il protettore di Yaḥya al-Qadir.
Nel 1092, Rodrigo partecipò ad una spedizione castigliana contro gli Almoravidi di Andalusia, con la speranza di ottenere il perdono del re Alfonso;
 ma quest'ultimo non si lasciò commuovere. Il Cid allora si vendicò attaccando e saccheggiando il distretto castigliano della Rioja e quando arrivò a Nàjera,
 sfidò a duello il suo nemico, Garcìa Ordònez, che non raccolse la provocazione.
Nel luglio del 1093, dopo la morte del suo protetto, assediò Valencia. Approfittando del conflitto interno tra i sostenitori e i contrari agli Almoravidi, 
riuscì ad occuparla e nel 1094 a liberarla dai filo-almoravidi; la città divenne così un baluardo 
cristiano contro gli attacchi del sovrano degli Almoravidi, Yusuf Ibn Tashfin, che se avesse conquistato 
Valencia avrebbe potuto attaccare la contea di Barcellona ed il regno di Aragona.
In quello stesso periodo el Cid affrontò gli Almoravidi che subirono, nella battaglia di Cuarte del 1094,
 la loro prima grande sconfitta nella Penisola iberica.
Dopo essere divenuto signore di Valencia, il Cid rinforzò le difese della città, mantenne la difensiva e passò al contrattacco
 per migliorare le proprie posizioni strategiche. Nel 1096, si alleò col nuovo re d'Aragona, Pietro I di Aragona,
 figlio del suo avversario di tante battaglie, Sancho Ramirez; Pietro I, dopo aver occupato Huesca, richiese l'alleanza di Rodrigo,
 con il proposito di fermare insieme l'avanzata almoravide; cosa che avvenne nella battaglia di Bairèn, del 1097.
 Nel 1098, Rodrigo occupò Murviedro (l'antica Sagunto) e Almenara e rendendo suoi tributari i piccoli regni musulmani dei distretti vicini.
Rafforz6ograve le alleanze militari con dei matrimoni. La figlia Elvira all'età di dieci anni nel 1090, 
fu promessa in sposa al futuro conte di Barcellona, che allora aveva otto anni. L'altra sua figlia, Sol, nel 1087, sposò il giovane Ramiro di Navarra;
 da questa unione sarebbe nato il futuro re di Navarra, Garcia Ramirez IV. 
L'unico figlio maschio del Cid, Diego Rodrìguez, nel 1097, lasciò Valencia per unirsi alle truppe castigliane,
 che combattevano gli Almoravidi nelle vicinanze di Toledo e mor6igrave nella battaglia di Consuegra, dove il re Alfonso venne sconfitto.
Il Cid morì nel 1099, adorato dai suoi soldati ed ammirato da tutta la Spagna, inclusi i suoi nemici che lo temevano ma lo rispettavano.